Cenni Storici

Nettuno è una località che conta quasi 50mila abitanti, compresa nella città metropolitana di Roma (Lazio). Nettuno, ubicata al confine tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino, compone il litorale laziale bagnato dal Mar Tirreno.


LE ORIGINI
La città di Nettuno può essere considerata l’erede naturale dell’antica Antium, fondata da genti di etnia latina nel primo millenio A.C. Successivamente, nel quinto secolo A.C., si registra l’insediamento dei Volsci. Secondo la ricostruzione storica Antium risultava essere un fiorente centro commerciale e marinaresco ricoprendo un ruolo di controllo sulla maggior parte del territorio dell’attuale Nettuno.
Antinum fu capitale dei Volsci anziati – ovvero stanziati sulla costa tirrenica della penisola, a differenza dei Volsci ecetrani che avevano stabilito le loro dimore nell’entroterra -, dimostrando una profonda avversione verso Roma che sfociò in truculente battaglie e morti. Le ostilità durarono finché la città non fu annessa allo Stato Romano presumibilmente nel 338 A.C.


ETÀ ROMANA
Antium figurò tra le prime colonie romane e diventò ben presto luogo frequentato dai romani più in vista dell’epoca. È proprio lì che questi ultimi fecero erigere bellissime ville in prossimità del mare. In particolare, i contatti più intensi tra la città di Antium e Roma si verificarono con gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia. Tuttavia, dopo il decesso di Nerone, avvenuto nell’anno 68 D.C., la località marittima caddè per la stragrande maggioranza in rovina.
Durante il periodo romano, la zona più importante di Antium si trovava, quasi certamente, sull’altura dove oggi ci sono Villa Bell’aspetto o Villa Borghese. L’estensione continua a est e a ovest dei suoi confini, derivante dalla sua vocazione legata allo svago e al riposo dei nobili, si può individuare in quella porzione territoriale occupata oggigiorno da Nettuno e Anzio.
Nel corso del tempo sono stati rinvenuti molteplici reperti: cippi di legionari, un lastricato, una statua, basi di capitelli, una colonna, lapidi, iscrizioni latine e un condotto murato antico che probabilmente portava l’acqua dalle campagne al centro urbano e una vasca di piombo.
Nell’epoca romana Antium poteva vantare anche molteplici templi dedicati a divinità pagane (ad esempio la Dea Fortuna, al semi-dio Ercole, Dio Nettuno) e strade, che la mettevano in collegamento con altre località del Lazio.


IL MEDIOEVO
Come succedeva di sovente, nel Medioevo la città di Antium fu interessata da saccheggi. Non soltanto. Fu distrutta dai Goti di Vitige, i quali seminarono morte e distruzione per l’intera regione laziale. Gli anziati che riuscirono a cavarsela e a non perire si riunirono in un un oppidum (in pratica una città fortificata) o borgo, sorto presumibilmente su un tempio del Dio Nettuno. Di qui, il nome del borgo medievale nettunese che in sostanza eredità l’intero territorio di Antium.
Nel nono secolo, si verificò l’invasione e la conseguente distruzione del paese da parte dei Saraceni. Gli abitanti fuggirono altrove per scampare al pericolo. L’intervento delle truppe di Papa Benedetto VIII fu provvidenziale: decimò i Saraceni, traendo in salvo quasi sicuramente donne e bambini. È in questo preciso momento che vennero gettate le basi per la creazione di un nuovo nucleo di Nettuno. Il Papa compì altre azioni degne di nota e rilevanti ai fini storici: scacciò i Conti di Tuscolo e ordinò la fortificazione di un castello con torri e bastioni, che ai giorni nostri viene considerato il borgo medievale.
Nel 1400 furono costruite molte ville a Nettuno. Per esempio, Villa Borghese o Bell’Aspetto, Torre Astura e Villa Albani (la cui ubicazione attualmente è compresa nel circondario di Anzio).


L’ETÀ MODERNA
Nel XVI secolo Nettuno figurava come un contenuto centro abitato, disposto intorno alla chiesa di San Giovanni e contornato da torri e da mura. A poca distanza dal castello, si trovava Forte Sangallo, costruito dal 1501 al 1503, su volontà del papa Alessandro VI Borgia, con lo scopo di difendere lo Stato Pontificio da eventuali assalti di predoni, pirati e corsari. Dirimpettaio della fortezza era l’edificio che racchiudeva il convento di San Francesco. Il resto erano vaste campagne, pari a circa 70 Km quadrati. Gli abitanti di Nettuno, a quel tempo, si attestavano a poche centinaia. Molti provenivano dalle aree limitrofe (dall’abruzzese e dal napoletano) per la coltivazione del grano, la raccolta dell’uva, il taglio della legna e la produzione del carbone. Un’altra attività diffusa era la pesca. L’economia della località, discretamente positiva, consentiva ai feudatari buone rendite. A inizio secolo subentrarono i Borgia ai Colonna, ai quali erano stati confiscati i possedimenti da papa Alessandro VI per l’amicizia coltivata con i francesi. Almeno fino alla sua morte nel 1503. Perché con la nomina del nuovo pontefice Giulio II Della Rovere i Colonna trovarono un nuovo alleato.
Nel 1584 Felicia Orsini, vedova di Marcantonio Colonna – feudatario di Nettuno, noto per la vittoria sui turchi nello scontro di Lepanto nel 1571 – cedette il feudo a papa Clemente VIII Aldobrandini.
10 anni dopo fu Marcantonio Colonna (III) a vendere Nettuno e Astura alla Camera Apostolica.
Negli anni 1625 e 1626 lo Stato Pontificio si occupò della restaurazione del borgo e della ricostruzione del baluardo di San Rocco.
Un capitolo doloroso è invece quello del 1656 in cui dilagò la peste, che portò alla morte oltre mille nettunesi.
Altre vicende rilevanti sono: l’inizio, nel 1661, della processione della Madonna delle Grazie e tra il 1697 e 1700 la costruzione del nuovo porto di Anzio, con il relativo abbandono del porto neroniano.
Il 1800 venne segnato da due eventi particolari: la richiesta, nel 1856, da parte degli abitanti della zona del porto (i cosiddetti portodanzesi), della scissione dalla città di Nettuno per astii interni. Il Papa dell’epoca accettò la richiesta e l’anno successivo (1857) nacque ufficialmente Anzio su un terzo circa del preesistente territorio di Nettuno.
Nel 1870 la città venne inglobata nel Regno d’Italia.


L’INIZIO DEL NOVECENTO
I primi anni del secolo breve sono caratterizzati da una moltitudine di eventi: arrivo della corrente elettrica nel cuore del centro urbano; la concessione da parte di Giovanni Giolitti, ministro dell’Interno, dell’uso di una bandiera propria a Nettuno; morte di Maria Goretti, poi canonizzata nel 1950; visita di Gabriele D’Annunzio; entrata in funzione della tranvia elettrica per Anzio, sostituita nel 1939 dalla filovia; inaugurazione del nuovo santuario riedificato dai Padri Passionisti, dopo un incendio sviluppatosi nella chiesa di San Rocco che mandò in cenere il trono della statua di Nostra Signora delle Grazie.

La popolazione, tra il 1901 e il 1931, raddoppiò. Da 4707 passò a 9000 abitanti.


IL VENTENNIO FASCISTA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Anno 1925. Benito Mussolini siglò una convenzione all’interno del Forte Sangallo con i ministri della Jugoslavia relativa ad accordi economici e giuridici. Con il regio decreto legge del 1934 venne sancita l’istituzione della provincia di Littoria che inglobò le frazioni nettunesi di Acciarella, Conca e Le Ferriere. Nel ’40 Nettuno si ritrovò ufficialmente unita ad Anzio, sotto il vessillo del comune di Nettunia. Unione che durò un quinquennio. Nel 1944, le coste accolsero anche lo sbarco dei mezzi anglo-statunitensi. E per ricordare quel preciso momento storico venne innalzato un monumento commemorativo all’interno del bosco di Nettuno.

Torre Astura
Torre Astura

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